mercoledì 23 marzo 2011

cerco casa a roma da tra mesi

mercato-immobiliare


Cerco casa a Roma da tre mesi, ma per il momento non l'ho ancora  trovata.
Del resto so bene anch'io quanto l'emergenza casa sia un problema difficilmente risolvibile e me ne vado sempre più convincendo ogni giorno che passa... "Beati quei fortunati che ogni mattina si svegliano nella loro bella casetta, l'animaccia loro  - penso - e si risparmiano tutte le faticacce e le ricerche d'un'impresa così titanica".
All'inizio, ingenuamente, ho cercato e sperato di trovare casa nelle zone più chic e intellettuali della capitale, chessò i Parioli, il quartiere Coppedè, Monteverde, Garbatella, il Rione Monti o la zona dell'Auditorium.
Niente, non ho trovato niente.
Non mi sono certo perso d'animo ed ho tentato, allora, la via di quartieri meno pretenziosi. Sapete quale è stato il risultato? Ci crederete? Non ho concluso una mazza nemmeno in questo modo.
A questo punto ho cominciato a battermi le zone più periferiche e degradate della città ma il risultato è stato sempre invariabilmente lo stesso: un buco nell'acqua. Una voragine nell'acqua. Una fossa delle Marianne, anzi della Madonna.
Insomma, trovare casa a Roma mi sembra proprio impossibile.
Prezzi troppo alti?
Troppa concorrenza?
Difficoltà a reperire un mutuo?
Sono questi i veri problemi, secondo voi?
Ma de che!!! E' che io non me ricordo l'indirizzo mio - porcoggiuda - e c'ho il telefonino, il portafoglio e tutti i documenti a casa. Sapessi solo 'ndo cacchio sta, mannaggia a me e alla testa che mi ritrovo!
Ufff... Sò tre mesi che dormo in macchina, sò distrutto.
Ma poi scusa, ma se era quello che dicevate voi tanto valeva cambià città: perchè incaponisse a cercà casa proprio a Roma, no?
Poi 'sti palizzinari li fanno tutti uguali i palazzi, manco a dire che t'aiutano con un minimo  di diversificazione architettonica, qualcosa che ti possa aiutare a rimettere insieme 'sti benedetti pezzi del puzzle.
Vabbè, domani mi faccio un bel cappuccino al ginseng al bar, do una bella capocciata al primo lampione che trovo (hai visto mai dovesse essere d'aiuto) e poi mi batto la ronda per tutto il Trullo e Borgata Finocchio.
Se non trovo niente, mi sa che mi ritocca dormire con le quattro frecce sul raccordo pure domani notte.
Speriamo bene, quà...


voglio essere rispettata come professionista e come uoma


parole-dadiGrande successo ha avuto su internet, sin dal 2002, un elenco sempre citato come anonimo. Si tratta di un'opera di genio, che mette in luce come ci possano essere, in una lingua, tormentoni sistematici, che evidentemente non dipendono da singole parole ma da un assetto ideologico della lingua. Fateci caso:

Un cortigiano: un uomo che vive a corte
Una cortigiana: una mignotta

Un massaggiatore: un cinesiterapista
Una massaggiatrice: una mignotta

Un professionista: un uomo molto pratico del suo mestiere
Una professionista: una mignotta

Un uomo di strada: un uomo del popolo
Una donna di strada: una mignotta

Un uomo del popolo: uno schietto popolano
Una donna del popolo: una mignotta

Un uomo senza morale: un pragmatico
Una donna senza morale: una mignotta

Un uomo pubblico: un uomo in vista
Una donna pubblica: una mignotta

Un segretario particolare: un portaborse
Una segretaria particolare: una mignotta

Un uomo facile: un uomo senza pretese
Una donna facile: una mignotta

Un intrattenitore: un uomo dalla conversazione divertente
Una intrattenitrice: una mignotta

Un adescatore: un uomo che sa convincere gli altri
Un'adescatrice: una mignotta

Un cubista: un uomo che dipinge al modo di Picasso
Una cubista: una mignotta (nella considerazione di molta parte del pubblico maschile delle discoteche)

Un uomo d'alto bordo: un uomo che possiede uno scafo d'altura
Una donna d'alto bordo: una mignotta

Un tenutario: un proprietario terriero
Una tenutaria: una mignotta che ha fatto carriera

Un passeggiatore: un uomo che cammina
Una passeggiatrice: una mignotta

Uno steward: un assistente di volo
Una steward: una mignotta (nella considerazione di molta parte del pubblico maschile degli aeroplani, o dei congressi)

Un uomo con un passato: un uomo che ha avuto una vita, in qualche caso non particolarmente onesta, ma che vale la pena di raccontare
Una donna con un passato: una mignotta

Un maiale: un animale della fattoria
Una maiala: una mignotta

Un cane: un amico fedele
Una cagna: una mignotta

Uno squillo: il suono del telefono
Una squillo: una mignotta

Un maître: un grande pittore, un intellettuale di riferimento
Una maîtresse: una mignotta (divenuta manager di mignotte)

Un uomo da poco: un miserabile da compatire
Una donna da poco: una mignotta che pratica tariffe economiche

Un uomo di vita: un esuberante compagnone
Una donna di vita: una mignottamaître 

Un uomo perduto: un disperso
Una donna perduta: una mignotta

Un uomo di mondo: un gran signore
Una donna di mondo: una mignotta

Un mondano: un gran signore
Una mondana: una mignotta

Un toro: un uomo molto vigoroso
Una vacca: una mignotta

Un peripatetico: un seguace di Aristotele
Una peripatetica: una mignotta

Uno che batte: un tennista che serve la palla
Una che batte: una mignotta

Un uomo che batte la strada: un asfaltatore
Una donna che batte la strada: una mignotta

Un battistrada: un illuminato precursore
Una battistrada: una mignotta

Un uomo che ha un protettore: un intoccabile raccomandato
Una donna che ha un protettore: una mignotta

Un accompagnatore: un pianista che suona in sottofondo
Un'accompagnatrice: una mignotta

Un uomo di malaffare: un birbante
Una donna di malaffare: una mignotta

Un mercenario: un soldato di ventura
Una mercenaria: una mignotta

Un prezzolato: un sicario
Una prezzolata: una mignotta

Un buon uomo: un uomo probo
Una buona donna: una mignotta

Un uomo allegro: un buontempone
Una donna allegra: una mignotta

Un rimorchiatore: un utile natante
Una rimorchiatrice: una mignotta

Un escort: una guardia del corpo
Una escort: una mignotta

Uno di quelli: il membro di una compagna
Una di quelle: una mignotta

Un uomo-immagine: la figura più rappresentativa di un'azienda
Una donna-immagine: una mignotta

Un omaccio: un uomo prestante e poco gentile
Una donnaccia: una mignotta

Un ometto: uno sgorbio inoffensivo, o un appendiabiti
Una donnetta: una mignotta

Un gatto morto: un felino deceduto
Una gatta morta: una mignotta

Un ètero: un uomo a cui piacciono le donne
Un'etèra: una mignotta

Un putto: un delizioso amorino
Una putta: una mignotta

Uno zoccolo: una calzatura di campagna
Una zoccola: una mignotta

Un'amichetto: un piccolo compagno di giochi
Un'amichetta: una mignotta

La cosa che fa impressione, in questo gioco (a volerlo chiamare così), è la sistematicità assoluta. All'inizio sembra una bella trovata, poi ci si stupisce del fatto che possa proseguire (e gli esempi realmente forzati sono pochissimi), alla fine sembra che non ci sia parola che non risponda alla regola, e infatti, in certi contesti, anche semplici parole come donna, ragazza, femmina, amica possono essere intese in modo equivoco.


martedì 15 marzo 2011

abominevole micio delle nevi - teorie

Quello dell'abominevole micio delle nevi è un caso molto importante per la cripto-miciozoologia: anche se in tanti anni di ricerche non è ancora saltata fuori una prova conclusiva, le testimonianze raccolte provengono da persone la cui credibilità difficilmente può essere messa in dubbio (basti pensare ad Armando Squarciatopi, accreditato e stimato arrosticinaro di Ovindoli che per primo avvistò la creatura nel lontano maggio del 1953).
L'idea che esseri simili al micio possano condurre una vita selvaggia senza essere scoperti dall'uomo e senza entrare in contatto con la comunità ufficiale dei mici domestici standard non è poi tanto remota. Un esempio è quello di un clan di mici furastici che vivevano in una caverna nei pressi delle piste da sci di Roccaraso: non conoscevano l'uso del gomitolo di lana e si cibavano di una partita abbandonata di croccantini per cani. Vennero scoperti per caso da un metronotte incredulo mentre si rifacevano le unghie sui sedili imbottiti di un impianto di risalita, la notte di Natale del 1982.
Oltre alle orme, vi sono anche altre prove fisiche che potrebbero essere correlate all'esistenza dell'abominevole micio delle nevi. Ad esempio nel 1964, ad Avezzano, l'impagliatore ciociaro Ferruccio Paracelso scovò, in uno di quei tipici ferramenta stracolmi di cianfrusaglie, un portachiavi di peluche molto simile a quelle palle di pelo felino che vengono vomitate dai mici, ma circa sei volte più grande. Secondo il negoziante, si trattava di un manufatto ispirato al cosiddetto "caciocavallo del drago", nome col quale - a suo dire - venivano chiamate delle enormi palle di pelo felino fossile che la gente del luogo rinveniva spesso sui monti e nelle campagne. Paracelso decise di andare in fondo alla faccenda e cominciò le sue ricerche: scoprì realmente "caciocavalli del drago" fossili a Magliano de' Marsi, Rocca di Mezzo e Tagliacozzo, tutti luoghi non troppo lontani da Ovindoli...
Il mondo scientifico poté così accertare l'esistenza di un grande micio che fu chiamato Miciopitecus e che è ritenuto estinto da quattrocentomila anni. Si pensa che questo micio potesse sfiorare il metro e mezzo di altezza e, se si accetta l'ipotesi che qualche esemplare abbia potuto continuare a sopravvivere nei luoghi dove l'uomo non è ancora arrivato, l'esistenza dell'abominevole micio delle nevi non sembra più così assurda.
Per un certo periodo, girarono anche voci circa presunte code imbalsamate di abominevole micio delle nevi conservate in alcuni monasteri benedettini e venerate come reliquie. Pare che gli esemplari migliori fossero conservati nei monasteri di Luco de' Marsi e di Giulianova. I presunti reperti alla fine si rivelarono provenire da un cane pastore maremmano-abruzzese.
A parte la teoria del Miciopitecus, alcuni ricercatori sostengono che possa trattarsi di comuni mici randagi che vivono in isolamento per scelta propria o perchè semplicemente dispersi; questa teoria, comunque, non giustifica in modo compiuto le impronte rinvenute in più occasioni proprio sulle piste da sci di Ovindoli, i frequenti avvistamenti e le numerose testimonianze di scomposte marachelle ai danni degli sciatori che si avventurano nei territori dell'abominevole micio delle nevi.

martedì 1 marzo 2011

la birreria


birreriaNoi giovani amiamo divertirci in allegri locali dove tutto è giovane, divertente, stimolante e zero, zero, zero palloso. Luoghi dove si ride e si scherza, si beve moderatamente e si praticano corteggiamenti e carinerie. Tra i tanti locali veramente da sballo, la birreria ha un posto di rilievo. Ne esistono molti tipi, ognuno con un suo pubblico ed una sua precisa capacità di creare quel clima di simpatia che può sfociare in un amore, in un incontro, in una rissa. Tra i tipi più comuni di birreria, vi sono, ad esempio quelle dai nomi creativi: "La zoccola e il mughetto", "Il trave nel culo", "Caprimulgo e Caprifoglio uniti nella lotta". In questi locali, si va soprattutto perchè le tovaglie sono molto divertenti ed hanno stampate parole crociate, rebus, acronimi, storiellette ed altre invenzioni gustose. Ognuno si mette a giocare per i cazzi suoi e si passa la serata in compagnia. Ma, al di là delle differenze, le birrerie sono unificate da una concezione divertente e stravagante del cibo che può produrre piatti eccezionali quali le penne con la panna ed i piselli o l'insalata con il mais. Non bisogna dimenticare che in birreria si consuma birra. In un boccale medio si può trovare dal 10 al 20% di vera birra. Il resto della bevanda è acqua, assolutamente ecologica. Per concludere, la birreria è il luogo ideale per passare un sabato tranquillo con la donna e gli amici, in un soave odore di fritto, avvolti dal clamore assordante dei vicini, liberi di lasciarsi andare al franco linguaggio di noi giovani per sentirsi giovani, per vivere pericolosamente con moderazione. Per poter dire, da adulti, "Io c'ero. E non è mai successo un cazzo".

(LSD)