lunedì 13 luglio 2009

non è un bel paese per vecchi


belpaeseUn caseificio specializzato nella produzione del formaggio Bel Paese attraversa una fase di acuta crisi commerciale. La deriva e l'imbarbarimento delle abitudini alimentari contemporanee, infatti, hanno allontanato sempre più le nuove generazioni dall'amore per i prodotti caseari tradizionali, ed il Bel Paese con essi. La crisi è nera, ma il proprietario del caseficio - professionista del cacio implacabile ed inflessibile - non si arrende all'imminente bancarotta lanciando sul mercato una nuova linea di formaggio aromatizzato al peyote. Grazie alla distorsione delle percezioni sensoriali garantita dal fungo allucinogeno, la novità casearia conquista settori sempre più ampi di consumatori giovanili alla ricerca di facili divertimenti, diventando un vero e proprio fenomeno di costume. Ma il nuovo cacio è "roba pesante" e si rivela fatale per gli uomini e le donne di una certà età. Si moltiplicano, infatti, le morti per overdose da peyote tra gli ottuagenari e nonagenari, un'insensata mattanza che non tarda ad esser collegata dalle autorità giudiziarie al Bel Paese tanto amato dai giovani. Il caseificatore viene così coinvolto in un'inchiesta dalla quale riesce, però, ad uscire senza che possa esser provata la sua responsabilità diretta in merito ai decessi da cacio al peyote. Tuttavia, la sentenza finale imporrà al caseificio l'obbligo di commercializzare il controverso formaggio con l'etichetta "Attenzione: non è un Bel Paese per vecchi".



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