mercoledì 24 febbraio 2010

il lavoro ideale

ambitionsQual'è il vostro lavoro ideale?
Sicuramente chi si è laureato in medicina risponderà "il chirurgo" oppure "il gastroenterologo" o, ancora, "il podologo".
Chi si è diplomato all'istituto alberghiero nutrirà ambizioni diverse e coerenti con la propria formazione, e quindi probabilmente risponderà "lo chèf di cucina", "il maître d'hôtel", "il capo barman". E così via...
Ma perchè non generalizzare il discorso?
Perchè continuare ad ispirare le proprie ambizioni in modo tanto deterministico ed automatizzato?
Come se tutto fosse già stato deciso dal diploma o dal certificato di laurea che vi ritrovate in un cassetto o appeso su qualche parete.
Basterebbe "rilassare" la condizione troppo stringente in base alla quale, se si sono frequentati k iter scolastici (con k ≥ 1) allora il lavoro ideale non può che essere quello che consente di mettere in pratica quanto appreso nel k-mo (ed ultimo in senso cronologico) iter scolastico.
Si richieda, quindi, al proprio lavoro ideale di poter mettere in pratica quanto appreso in uno qualsiasi dei k iter scolastici che si sono frequentati, sia esso il j-mo (con 1 ≤ jk).
Alle medie vi piacevano gli Etruschi? E allora cominciate a sognare di diventare etruscologi di fama mondiale e tentate la fortuna a Tarquinia!
In primina eravate bravi a disegnare sul quaderno sequenze di fragoline colorate? Ma allora affrettatevi a concupire una posizione lavorativa da illustratore di natura morta con specializzazione in "fragolinitudine".
Io, personalmente, sono ancora indeciso se aspirare a diventare un apprezzato mastro temperatore di matite oppure un pluridecorato campione olimpico di lancio del cancellino.


martedì 23 febbraio 2010

cedesi nulla in cambio di nulla


barterCedesi nulla in cambio di nulla.
Ma - attenzione - solo dopo lunga ed estenuante contrattazione.
Così, per sfregio, solo per il gusto di intasare in modo strumentale il mercato delle transazioni economiche.
Tjè...


lunedì 22 febbraio 2010

il vero vegetariano

vegetarianoIl vero vegetariano non mangia gli animali allevati ed uccisi dall'uomo.
E' una questione di principio.
Il vero vegetariano al limite potrebbe mangiarsi un cinghiale perito in una battuta di caccia ove il cacciatore fosse armato di miccette e fialette puzzolenti, per essere ad armi pari con la fiera braccata.
E' sempre una questione di principio.
Il vero vegetariano non mangia polli d'allevamento, ma soltanto polli ruspanti morti suicidi o in duello.
Si, ne sono sicuro, è proprio una questione di principio.
O si principia ad essere veri vegetariani o non si principia proprio.
Io, infatti, non ho mai principiato.
E mi sa tanto che continuerò a fare colazione col sanguinaccio.


le catene della nostra mente

olivaLa parte più buona delle olive?
Il nocciolo, non ho dubbi.
Ma non voglio darlo a vedere.
Ci tengo alle mie cose, alla mia riservatezza.
E tengo il punto.
E mangio la polpa.
E' dura da mandar giù, ma tengo il punto.
Anche quando sono da solo.
Hai visto mai che poi quando c'è gente mi confondo?
E' durissima, ma tengo il punto.

sabato 20 febbraio 2010

giunta è l'ora degli "incuriositori"

curiosityCi avete mai pensato?
Quando è stata l'ultima volta che vi siete sbalorditi davanti a qualcosa di nuovo ed incomprensibile?
Quasi tutto sembra sia stato già sperimentato, classificato, indicizzato e reso accessibile.
E tutto questo, purtroppo, è spesso disponibile "comodamente da casa tua", con pochi click.
In questo mondo ipertecnologico e superglobalizzato lo stupore per l'ignoto trova preoccupantemente sempre meno spazio.
Il velo di mistero che per milleni ha coperto i risvolti più reconditi della realtà che ci circonda è stato squarciato, forse irrimediabilmente, dalla lama affilata di google e di wikipedia.
Tempi duri per la fantasia e la meraviglia, non è vero?
Credo sia giunto il momento di correre ai ripari e di prendere di petto il problema.
Giunta è l'ora degli "incuriositori".
Assemblate marchingegni astrusi e priva di qualsiasi utilità.
Utilizzate vecchie cianfrusaglie.
Tagliate, saldate, scucite, avvitate, seghettate... Siate manuali.
Distribuite gli incuriositori da voi prodotti negli ambienti che frequentate: tra le piante dell'androne di casa, assicurati con una calamita su di un semaforo, lasciati galleggiare nell'acqua di una fontana.
Sbizzaritevi.
Producete incuriositori di diversa foggia e dimensione.
Regalateli ai vostri amici, possibilmente corredati di libretti di istruzioni incomprensibili.
Siate reticenti in merito alla loro funzione (che ovviamente non c'è).
Incuriosite le persone che conoscete e lasciatevi incuriosire e sorprendere dagli altrui incuriositori.
Abbandonatevi allo stupore, crogiolatevi nel dubbio.
Assaporate e fate assaporare il sottile piacere di ricercare un significato per qualcosa che ne è completamente privo.
E' questa la via, ne sono sicuro!
 

mercoledì 17 febbraio 2010

tra le nuvole: una sperimentazione riuscita male

tra le nuvoleVedendo "Tra le nuvole" ho avuto l'impressione che, almeno nelle intenzioni del regista, il film vorrebbe porsi come un'occasione per riflettere su un tema di grande attualità, ovvero l'illusoria pretesa di vivere in un mondo tecnologico e privo di vincoli tradizionali come casa e famiglia: un universo spersonalizzato e globalizzato come maschera di una disperata solitudine esistenziale che affligge il personaggio principale, Ryan Bingham. Tuttavia le buone intenzioni (ed una storia potenzialmente originale e fuori dai canoni della commedia statunitense) si traducono in un'opera cinematografica che resta in ogni caso superficiale e che lascia una sensazione di incompiutezza ed inconsistenza. La trama scorre in modo consequenziale attraverso dialoghi anche pungenti ed ironici, tuttavia senza toccare mai lo spettatore nel vivo, nemmeno nel finale amaro in cui Bingham "risolve" la propria paradossale condizione umana acquisendo piena coscienza della propria miseria. Se il profilo psicologico di Bingham viene efficacemente caratterizzato da Clooney - attore dal talento indiscusso - la psicologia degli altri personaggi non viene sviluppata in modo soddisfacente, soprattutto per quanto riguarda le due figure femminili principali del film. Non vi è (volutamente, credo) denuncia socio-economica, non vi è sufficiente introspezione, non vi è brillantezza nella sperimentazione. Ci sono alternative migliori nelle sale cinematografiche...


lunedì 15 febbraio 2010

smettere di fumare?

sigaretteSmettere di fumare?
E' semplicissimo.
Basta diminuire progressivamente il numero di sigarette che si fumano nell'arco delle ventiquattro ore.
Ma, ovviamente, bisognerà aumentare in modo proporzionale le dosi giornaliere di eroina.
Senza tralasciare le puntatine ai cavalli.
Ed anche gli shottini di rum.
E le partitine a poker, è chiaro...
Veramente elementare.
Provare per credere.


mercoledì 10 febbraio 2010

servizio di "cross over proverbing"

guytalkTanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

Mal comune, mezzo gaudio.

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.


[...]

Quante volte hai sentito ripetere proverbi  come questi, consunti, triti e ri-triti?
Quante volte avresti voluto usarne di nuovi senza riuscire a trovare soluzioni personali ed originali?
Da oggi tutto questo è possibile!
Abbonati oggi stesso al servizio di "cross over proverbing" ed ogni volta che ne sentirai la necessità basterà fare uno squillo al numero verde convenzionato e ti verranno inviati via sms proverbi mai sentiti e nuovi di zecca, per fare un figurone con parenti ed amici!
Vuoi un esempio? Eccotene qualcuno:

Chi va con la gatta al lardo impara a lasciarci mezzo gaudio.

Lardo comune, mezzo zampino.

Tanto va lo zoppo al gaudio che ci lascia mezza gatta

[...]

Le possibilità sono virtualmente infinite...