lunedì 13 ottobre 2008

cacca nello spazio

razzoAccendo la radio.
Notiziario.

"La navicella spaziale russa Soyuz che porta nello spazio il turista miliardario statunitense Richard Garriott insieme a un cosmonauta russo e a un astronauta americano è stata lanciata dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakhstan.
Il lancio è avvenuto in orario, alle 13:03 locali e ora la Soyuz Tma-13 trasporterà Garriott, il cosmonauta Iuri Lonciakov e l'astronauta Michael Fincke alla Stazione spaziale internazionale...
"

Uff... Penso che questi notiziari sono veramente una palla.
Cambio stazione, un pò di musica.
Caparezza.

"Con uno shuttle stiamo mandando cacca nello spazio.
Meglio così, staremo più larghi, cacca nello spazio.
Extraterrestri è in arrivo cacca nello spazio.
Voi siete artisti, fate i cerchi nel grano.
noi cacca nello spazio, cacca nello spazio.
"

Ecco. Adesso tutto mi è chiaro.

Sorrido e alzo il volume...

mercoledì 8 ottobre 2008

o meu amor

ChicoBuarqueChico Buarque

O meu amor
Tem um jeito manso que é só seu
E que me deixa louca
Quando me beija a boca
A minha pele inteira fica arrepiada
E me beija com calma e fundo
Até minh'alma se sentir beijada, ai

O meu amor
Tem um jeito manso que é só seu
Que rouba os meus sentidos
Viola os meus ouvidos
Com tantos segredos lindos e indecentes
Depois brinca comigo
Ri do meu umbigo
E me crava os dentes, ai

Eu sou sua menina, viu?
E ele é o meu rapaz
Meu corpo é testemunha
Do bem que ele me faz

O meu amor
Tem um jeito manso que é só seu
De me deixar maluca
Quando me roça a nuca
E quase me machuca com a barba malfeita
E de pousar as coxas entre as minhas coxas
Quando ele se deita, ai

O meu amor
Tem um jeito manso que é só seu
De me fazer rodeios
De me beijar os seios
Me beijar o ventre
E me deixar em brasa
Desfruta do meu corpo
Como se o meu corpo fosse a sua casa, ai

Eu sou sua menina, viu?
E ele é o meu rapaz
Meu corpo é testemunha
Do bem que ele me faz


lunedì 6 ottobre 2008

vorrei che fosse amore

minaVorrei che fosse amore
amore quello vero
la cosa che io sento
e che mi fa pensare a te
vorrei poterti dire
che t'amo da morire
perché e' soltanto questo
che desideri da me
se c'e' una cosa al mondo
che non ho avuto mai
e' tutto questo bene che mi dai
vorrei che fosse amore
ma proprio amore, amore
la cosa che io sento per te
vorrei che fosse amore
amore quello vero
la cosa che tu senti e che ti fa pensare a me
vorrei sentirti dire
che m'ami da morire
perché e' soltanto questo che io desidero da te
se c'e' una cosa al mondo
che non ho avuto mai
e' tutto questo bene che mi dai
vorrei che fosse amore
ma proprio amore amore
la cosa che io sento per te.

snobismo ortopedico

tvIo non vedo la televisione.


E' più forte di me,
non la vedo proprio.
E infatti sò pieno de lividi, porcamiseriaccia.

giovedì 25 settembre 2008

Hamlet: act 2, scene 2

richard05E' un po' di tempo che, non so perché,
Ho perso tutto il mio brioso umore,
Tralasciato ogni usata occupazione;
E ciò grava a tal punto sul mio spirito
Che questa bella struttura, la terra,
Mi sembra un promontorio senza vita,
Questo stupendo baldacchino, il cielo,
Questa splendida volta, il firmamento,
Questo tetto maestoso, ingemmato di fuochi d'oro...
Ebbene, per me non è nient'altro che un odiato
Pestilenziale ammasso di vapori.
Che sublime capolavoro è l'uomo!
Quanto nobile nella sua ragione!
Quanto infinito nelle sue risorse!
Quanto espressivo nelle sue movenze,
Mirabile: un angelo negli atti,
Un dio nell'intelletto!
La bellezza dell'universo mondo!
La perfezione del regno animale!
Eppure che cos'è agli occhi miei
Questo conglomerato di terriccio?
L'uomo per me non ha alcuna attrattiva...
E nemmeno la donna.

lunedì 22 settembre 2008

sasso e morde - seconda puntata

noirIndagini fontane sia fasciarono ala sua menta, di sè, piero di cappelli nei e ricchi, milagro e none don la panchetta chiome a desto a fioco giù di quaranta ani. Tetta polpa di bell’alimentazione ala meridiana: piedini di giorno, piedini di spera. Guado rientrava accasa tordi, appariva il frego riff ero e tciù, bello che provava, mangrovia. Fosse eva banche polpa di quei ridens armenti don Manica, se l’aveste spostata, in tondo l’arava, e in fece, al memento ri fumava addì rottura la connivenza... Mah, brina o buoi, Manica lavorerebbe bollato, lei volava luna fanghiglia... Ma orca bastonava pesare a Madia, don tosse alto che per rutti i biglietti don le polluzioni matte natiche che neri cinque ani li avena passito. Avvolte le sveva chiostro:

- "Madia, perdi un prodi tempio e sfregami quieti esseri egizi..."

Madia riponeva sempre in maniero verace e di stangata:

- "Alter, io non li sto sfregare, io li sto risolvere e bestia. Io fascio l’essere egizio in maniero maccanico, o moglie, chiome se qualche unno me lo gettasse. Pluto oste tu, che sgridi tanto pene, potessi inseminarmi a tendere un divario, sarebbe pere me un ammicco, ma non sommai chiome indiziare esse ci provolo, poi, mi “ingorgo” sabato."

Ma Alter don ci avena mai ne banche pravato, le avena scolo sorge ritto di eleggere motto.

venerdì 19 settembre 2008

ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna.


carmelo_beneMonologo da Nostra Signora dei Turchi
di Carmelo Bene






Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna.
Io sono un cretino che la Madonna non l’ha vista mai.
Tutto consiste in questo, vedere la Madonna o non vederla.
San Giuseppe da Copertino, guardiano di porci, si faceva le ali frequentando la propria maldestrezza e le notti, in preghiera, si guadagnava gli altari della Vergine, a bocca aperta, volando.
I cretini che vedono la Madonna hanno ali improvvise, sanno anche volare e riposare a terra come una piuma. I cretini che la Madonna non la vedono, non hanno le ali, negati al volo eppure volano lo stesso, e invece di posare ricadono come se un tale, avendo i piombi alle caviglie e volendo disfarsene, decide di tagliarsi i piedi e si trascina verso la salvezza, tra lo scherno dei guardiani, fidenti a ragione dell’emorragia imminente che lo fermerà. Ma quelli che vedono non vedono quello che vedono, quelli che volano sono essi stessi il volo. Chi vola non si sa.
Un siffatto miracolo li annienta: più che vedere la Madonna, sono loro la Madonna che vedono. È l’estasi questa paradossale identità demenziale che svuota l’orante del suo soggetto e in cambio lo illude nella oggettivazione di sè, dentro un altro oggetto.
Tutto quanto è diverso, è Dio.
Se vuoi stringere sei tu l’amplesso, quando baci la bocca sei tu.
Divina è l’illusione. Questo è un santo. Così è di tutti i santi, fondamentalmente impreparati, anzi negati. Gli altari muovono verso di loro, macchinati dall’ebetismo della loro psicosi o da forze telluriche equilibranti , ma questo è escluso. È così che un santo perde se stesso, tramite l’idiozia incontrollata. Un altare comincia dove finisce la misura. Essere santi è perdere il controllo, rinunciare al peso, e il peso è organizzare la propria dimensione. Dove è passata una strega passerà una fata.
Se a frate Asino avessero regalato una mela metà verde e metà rossa, per metà avvelenata, lui che aveva le mani di burro, l’avrebbe perduta di mano. Lui non poteva perdersi o salvarsi, perchè senza intenzione,inetto.
Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna.
Ma i cretini che vedono la Madonna, non la vedono, come due occhi che fissano due occhi attraverso un muro: un miracolo è la trasparenza. Sacramento è questa demenza, perchè una fede accecante li ha sbarrati, questi occhi, ha mutato gli strati - erano di pietra gli strati - li ha mutati in veli. E gli occhi hanno visto la vista. Uno sguardo. O l’uomo è così cieco, oppure Dio è oggettivo.
I cretini che vedono, vedono in una visione se stessi, con le varianti che la fede apporta: se vermi, si rivedono farfalle, se pozzanghere nuvole, se mare cielo. E davanti a questo alter ego si inginocchiano come davanti a Dio.
Si confessano a un secondo peccato. Divino è tutto quanto hanno inconsciamente imparato di sè. Hanno visto la Madonna. Santi.
I cretini che non hanno visto la madonna, hanno orrore di sè, cercano altrove, nel prossimo, nelle donne - in convenevoli del quotidiano fatti preghiere - e questo porta a miriadi di altari. Passionisti della comunicativa, non portano Dio agli altri per ricavare se stessi, ma se stessi agli altri per ricavare Dio. L’ umiltà è conditio prima.
I nostri contemporanei sono stupidi, ma prostrarsi ai piedi dei più stupidi di essi significa pregare. Si prega così oggi. Come sempre. Frequentare i più dotati non vuol dire accostarsi all’assoluto comunque. Essere più gentile dei gentili. Essere finalmente il più cretino.
Religione è una parola antica.
Al momento chiamiamola educazione



giovedì 18 settembre 2008

nokia modello "hell I / 1-9"

danteRitrovato il cellulare di Dante Alighieri con 1 sms in uscita:

nel mezzo del cmn di ns vita
mi ritrovai x 1 selva oscura
xké la diritta via era smarr

ahi qnt a dir qual era è kosa dura
qst selva selvag & aspra & strong
ke nel pnsr rinova la paura

tant'è amara ke poko è + morte
ma x tratt del ben ki vi trovai,
dirò de l'altre kose ki vho skorte

ciao bea ti kiamo dom matt
notte cucciola... tvtb 6 speciale
dante


mercoledì 17 settembre 2008

sasso e morde - prima puntata

gialloIl Demente Alter Bordelli la provò sol petto, compiutamente cruda e don il molto risolto su uva marte.

Li grattava bella ignora Madia Bulli doglie superata di Fobia Russi il giù moto giocoliere cella cita, conche bua rex campagna bel limneo Giribaldi e la ricedeva in chela sit azione scattosa topo cent’unni.

Erto, si con fuse ostato pier il nume, il Demente Bordelli di siculo con l’andrebbe dicono uscita.

Da uva ripida e petosa occhiuta, i cimbi aventi errano nei tavoli. Qual corto che avena da venti, ankara bullo, eva tatto via mosto giù pastoso bella campagna di scola che raccordava, i cappelli errano buondì sismi e ricchi, quanto lui sa ricordava don i cappelli funghi, pisci e nei chiome l’iban. Li tocchi spalancati errano a zorri, e lui li rammendava versi chiome li smeraldi. Letti a compatto? Toh, morse avena sparsa memori.

Il Datore Marchio Corti avvampò don pasto lento perso il Demente e la bua foce malta, lo scorse dai raccordi:

- "Bruto alfiere, Demente, la ignora é morda saffo carta col cugino. Don vi estate violetta sensuale, ma eva con sei ziette, ed é morda al terrine dell’anfiosso, direi quasi in contento rane. Pigiamo che l’assaggino, mente eva in pieno esen tizio de le due prostrazioni, sapeva bellissimo come volava germinare il giogo."

Il Demente Bordelli lo guadò cogliendosi i boccali e visse:

- "Aravamo astuti al limneo sconti fico Giribaldi in seme, pier cinque ani. Raccordo che avena luna pensione cortissima pier la mare natica, faceva rutti gli esercizi don la felicità don cui si cassava il roseto culle lebbra. Deh, Dator Corti, mi ha fasto luna certa in prigione rive darla costì."

Buoi, si affrescò a comprarla col lenza aiuole.

e lucean le stelle? ma de che.... je rodean le palle

Olindo_GuerriniIl Canto Dell'Odio
di
Olindo Guerrini aka Lorenzo Stecchetti





Quando tu dormirai dimenticata
sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
ritta sulla tua cassa

Quando ti coleran marce le gote
entro i denti malfermi
E nelle occhiaie tue fetenti e vuote
brulicheranno i vermi

Per te quel sonno che per altri è pace
sarà strazio novello
E un rimorso verrà freddo, tenace,
a morderti il cervello.

Un rimorso acutissimo ed atroce
verrà nella tua fossa
A dispetto di Dio, della sua croce,
a rosicchiarti l'ossa.

Io sarò quel rimorso. Io te cercando
entro la notte cupa,
La mia che fugge il dì, verrò latrando
come latra una lupa;

Io con quest'ugne scaverò la terra
per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
la tua carogna infame.

Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
sazierò l'odio antico,
Oh, con che gioia affonderò l'artiglio
nel tuo ventre impudico!

Sul tuo putrido ventre accoccolato
io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato,
spavento dell'inferno:

Ed all'orecchio tuo che fu sì bello
sussurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello
come un ferro infocato.

Quando tu mi dirai: perché mi mordi
e di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
che bei capelli avevi?

Non ti ricordi dei capelli biondi
che ti coprian le spalle
e degli occhi nerissimi, profondi,
pieni di fiamme gialle?

E delle audacie del tuo busto e della
opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
provocatrice e bianca?

Ma non sei dunque tu che nudo il petto
agli occhi altrui porgesti
E, spumante Liscisca, entro al tuo letto
passar la via facesti?

Ma non sei tu che agli ebbri ed ai soldati
spalancasti le braccia,
Che discendesti a baci innominati
e a me ridesti in faccia?

Ed io t'amavo, ed io ti son caduto
pregando innanzi e, vedi,
quando tu mi guardavi, avrei voluto
morir sotto a' tuoi piedi.

Perché negare - a me che pur t' amavo -
uno sguardo gentile,
quando per te mi sarei fatto schiavo,
mi sarei fatto vile?

Perché m'hai detto no quando carponi
misericordia chiesi,
e sulla strada intanto i tuoi lenoni
aspettavan gl'Inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
questa tua rea carogna,
nuda la carne tua che tanto amavo
l'inchiodo sulla gogna,

E son la gogna i versi ov'io ti danno
al vituperio eterno,
a pene che rimpianger ti faranno
le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
piano a colpi di spillo,
e la vergogna tua, la mia vendetta
tra gli occhi ti sigillo.

martedì 11 marzo 2008

roma 11 marzo - auditorium APAT - via Curtatone 7

appuntiQuesta è una penna che scrive

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa
continente del Pianeta Terra

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa
continente del Pianeta Terra all'interno del sistema solare

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa
continente del Pianeta Terra all'interno del sistema solare
nella galassia della Via Lattea

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa
continente del Pianeta Terra all'interno del sistema solare
nella galassia della Via Lattea da qualche parte nell'universo

Questa è una penna che scrive su un foglio di carta
impugnata da un uomo seduto su una sedia
in una sala conferenze al centro di Roma e vicino a Tivoli
ma comunque molto lontano da Melbourne nel sud dell'Europa
continente del Pianeta Terra all'interno del sistema solare
nella galassia della Via Lattea da qualche parte nell'universo
CHE E' STATO CREATO AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI ANGELO BRANDUARDI CHE FA LE PROVE INCREMENTALI PER COMPORRE LA SUA "ALLA FIERA DELL'EST".

martedì 19 febbraio 2008

il pugilato


guantoniMaggie: "Quando smetterà con questa vita?"
Frankie: "Ti riferisci alla boxe? Non smetterò mai. Mi piace troppo quella puzza."
Million Dollar Baby

Mi alleno in palestra come un murena in calore.
Sgobbo, fatico, trasudo ettolitri di sudore da fare concorrenza al fiume Nilo in piena.
Arriva il giorno dei guanti.
Salgo sul ring.
Prima ripresa dignitosa.
Però fatico a contenere il mio avversario.
Fatico troppo a stargli dietro.
C'è poco da fare.
Un minuto di intervallo.
Faccio ancora in tempo a scappare.
Ma quanto andava veloce?
Bong! Seconda ripresa.
Finto il sinistro, tiro il destro. Che finta del cazzo, ha capito tutto.
Non faccio in tempo a deglutire la saliva che mi arriva una ciavattata sul naso e vado giù dopo appena un minuto.
Penso: "Vabbè, non sono andato poi tanto male".
Poi penso "Ehm, il mio avversario, però, insomma... c'aveva quindici anni..."
Allora penso "Madonna, il mio avversario di quindici anni smerdava nei pannolini quando io frequentavo l'università e le corse dei cavalli".
Smetto di pensare e mi tocco cupo il naso un pò gonfio.
Uno spiraglio di ottimismo: "Non siamo noi ad essere trentasettenni, sono loro che sono quindicenni... Ma si! Quindicenni geneticamente modificati da una multinazionale malvagia che alleva terminator adolescenti da far trionfare nei mondiali di boxe per i loro sporchi traffici ed intrallazzi. Non può essere che cosi".
....
"Non sono andato poi tanto male", mi ripeto rassicurato.
...
La settimana prossima vedemo de trovà un dodicenne, va...


giovedì 14 febbraio 2008

oroscopo interessato

zodiacoNon ho mai creduto molto nell'oroscopo. Io sono nato sotto il segno dello scorpione ma se fossi nato sotto il segno del procione tutto sommato mi sarebbe andato bene lo stesso. Tanto non lo leggo. Chissà perchè poi? Forse perchè è da tanto che non compro un quotidiano. Ma no, un'oroscopetto pronto all'uso te lo trovi pure su internet, figuriamoci, e quello lo bazzico parecchio. Più probabilmente perchè troppo approssimativo. Alla fine ti lascia come un sapore di ostia sconsacrata e scondita in bocca, non ti da soddisfazione, ecchecacchio.
Proviamo così, invece:

Ariete: C'è da passare al Todis e prendere due casse d'acqua. Ah, anche il pane. Guarda un pò se ce la fai a passare alle Poste: ce sarebbe pure il condominio da pagare.

Toro: Telefona allo scorpione e senti che preferisce da cena. Dai una passata ai bagni.

Gemelli: Ci sarebbero da ritirare le analisi a via del Trullo. Non mi ricordo se ho pagato il ticket, in caso pensaci te, ok? Se ci vai di mattina presto magari da 'na scampanellata al Leone che abita da quelle parti, così ti da una mano per fare la spesa al mercato, visto che ci stai. Me serve frutta e verdura: pomodori pachino e un pò di zucchine (belle mi raccomando). Le sai fà le melanzane? Ma si prendi pure qualche melanzana. Poi, direi, arance e un pò di kiwi. Vabbè al limite vedi te, anzi no, fai a scegliere al leone che quello c'ha occhio.

Cancro: M'andresti a lavà la macchina? E' zozza zozza... Grazie!

Leone: Guarda, già mi sò messo d'accordo coi Gemelli, te li ricordi? So quelli uguali, non te poi sbaglià! Comunque ti passano a prende loro per andare al mercato a fare un pò di spesa, ok? Frutta e verdura come l'altra volta. Sceglila te, che quelli me pigliano tutta robaccia!

Vergine: Che c'hai 50 euro che t'avanzano? Vogliamo fare 100? Dai, vada per 100, m'hai convinto!

Bilancia: Ce la fai a passare lo swiffer nel salone? E' pieno de batuffoli de laniccia!

Scorpione: Rilassati, sei un uomo fortunato che ha tanti amici di tanti segni zodiacali che ti vogliono tanto tanto bene, non lo sapevi? Oggi è il tuo giorno fortunato e devi fare quello che cacchio ti pare. Ma senza fretta, con calma, oppure de fretta, come preferisci te. Ok? Ah quasi dimenticavo, che preferisci da cena? Pensaci con calma e fallo sapere al Toro che ti chiama dopo.

Saggitario: Eh si, bisogna andare a farsi cambiare quella roba al negozio dell'altra volta, te ricordi? Tiè, questo è lo scontrino.

Capricorno: E' una vita che ci sta quella robaccia da buttare depositata in cantina. Pensace te, chiama l'AMA, ingropponatela te, fai te insomma, ok?

Acquario: Ti rubo solo un minuto. Ci pensi te a fare il giro di telefonate per sabato sera? Grazie!

Pesci: Ce sò da stende i panni... Non aggiungo altro che tanto ci siamo capiti vero?

Ma si, probabilmente un oroscopo così lo leggerei.

lunedì 11 febbraio 2008

la zuppetta

croissantIn un mondo nel quale la pratica della colazione fuori dalle mura domestiche sta diventando sempre più comune e diffusa, quanti di noi - veramente - fanno la zuppetta con il cornetto nel cappuccino sul bancone del bar?

Pochi - dico io - preoccupantemente troppo pochi.

Cosa c'è, vi vergognate? Pensate sia un gesto fuori luogo? O forse vi mancano le basi teoriche di una corretta zuppetta, vi manca lo slancio di un imprinting iniziale?

Si è portati a credere che per effettuare una buona zuppetta con il cornetto nel cappuccino del bar - d'ora in poi semplicemente "zuppetta" - non ci sia bisogno di alcuna preparazione. Lo dico chiaramente: bisogna rifiutare con decisione questa spontaneistica rassegnazione ad una falsa etichetta, tanto approssimativa quanto odiosa.

La zuppetta è prima di tutto una tecnica che può diventare una vera e propria arte, a condizione di effettuare una buona preparazione psico-fisica. Eseguire una zuppetta tecnicamente perfetta non è facile e richiede impegno e dedizione.

Per iniziare la nostra preparazione, divideremo l'esecuzione della zuppetta in quattro fasi.

[1] PREPARAZIONE
Inspirare ed espirare lentamente aria, concentrandosi sulla sagoma del cornetto.
La mano destra si avvicina ad uno dei due corni del lievito che viene quindi afferrato utilizzando le dita indice, medio e pollice.
Avvicinare il cornetto alla tazza di cappuccino.

In questa prima fase - soprattutto nel periodo iniziale del vostro training - dovreste evitare di incrociare gli sguardi allarmati dei vostri vicini di bancone che staranno pensando "Wunderbar! Ma mica starà a fà proprio la zuppetta col cornetto?". Questo per evitare di perdere la concentrazione. Successivamente, quando sarete più sicuri di voi, sarà invece auspicabile cercare con lo sguardo chi vi sta vicino come per dire "Hai capito bene, sto proprio per inzuppare il cornetto nel cappuccino, alla faccia tua e di chi non fa la zuppetta!". Ricordate che l'autocoscienza psicologica è il primo fondamento di una zuppetta da antologia!

[2] IMMERSIONE
La mano destra comincia a piegare il polso verso il basso, sino ad immergere il cornetto nel cappuccino per circa un terzo del suo volume.
Reprimete la tentazione di estrarre immediatamente o in modo scomposto il cornetto dalla tazza, in modo che il cornetto stesso si infracichisca a dovere mentre la vostra salivazione raggiunga il giusto livello.
Effettuare un movimento circolare della mano destra nella schiuma del cappuccino per agevolare l'infracichimento del cornetto stesso.

[3] EMERSIONE
Dopo la fase di immersione la mano destra comincia l'estrazione del lievito dalla tazza. É una fase delicata. Mentre la mano destra si solleva bisogna scuotere il cornetto infracichito sul bordo della tazza, come se si stesse scuotendo un termometro ma molto delicatamente. Diciamo, per usare la metafora del termometro, che si deve passare da una temperatura di 37,4 C° a una di 37,2 C°. Superata la "sotto-fase termometro" dell'emersione, la mano destra ricomincia la sua salita, la bocca comincia a dischiudersi e il capo viene chinato dolcemente in avanti. Tutto questo senza strappi, in modo fluido.

[4] CONCLUSIONE
La mano destra effettua una rotazione completa portando il cornetto a fare il suo ingresso nella cavità orale che nel frattempo avrà raggiunto la massima apertura. Addentare ed allontare la mano destra con il cornetto in esubero in posizione di stand-by, pronto a dare luogo ad un nuovo ciclo di zuppetta (lontano dalla bocca, ma nemmeno con l'avambraccio del tutto steso, come se si tenesse in mano un cero votivo).
Deglutire, inspirare ed espirare emettendo il verso "mmmmhhhh...." possibilmente in maniera tale che sia udibile dai vostri vicini di bancone.

Con il tempo e la pratica si otterranno zuppette sempre migliori e stilisticamente corrette.
Studiate e, soprattutto, esercitatevi.

venerdì 8 febbraio 2008

sarà perchè ti sento così vicino

medium_rilkeSarà perchè ti sento così vicino
Che tutto il resto è passato e sfumato
eco lontana e indistinta, ci sei solo tu

Sarà perchè ti sento così vicino
che sono rapito, da te soggiogato
nè il vento, nè il tuono può scuotermi più

Sarà perchè ti sento così vicino...

Sarà...

Aò, ma non te poi spostà un pochetto
Me stai a dà il cordoglio alle recchie, porcoddue.

giovedì 7 febbraio 2008

calzini nuovi e carta velina



calzinihttp://files.splinder.com/1ee3b2dcf4a6caa81e687eb269d731fa.jpeg

Ci sono domande che non ci facciamo mai volentieri.
Questa è una di quelle che ti assale all'improvviso e che non ti dà tregua finchè non la formalizzi...

"Perchè nei calzini appena acquistati in uno, e solo in uno, viene messo all'interno un foglio di carta velina?"

Perchè?...
[...]
Perchè, perchè, perchè?...
[...]
La carta velina, poi... Così fragile, cosi mimetica, nascosta proprio lì... In un calzino nuovo...
[...]

Non mi demoralizzo, effettuo una ricerca con Google utilizzando come chiavi "calzino", "foglio" e "carta velina".

L'indagine non è delle più semplici, ma alla fine riesco ad identificare due ipotesi di base:

[1] Il foglio di cartavelina viene inserito nel calzino per dimostrare che il calzino stesso sia nuovo;

[2] Il foglio di cartavelina viene inserito nel calzino perchè il calzino fa parte di una gerarchia che noi non capiremo mai.

Non sono riuscito a trovare niente di meglio. Ho comuque escluso mie ipotesi troppo estreme come

[3] Il foglio di cartavelina viene inserito nel calzino da un alieno che lo usa come cartina tornasole per studiare il metabolismo di noi terrestri;

[4] Il foglio di cartavelina non esiste ed io sono pazzo perchè continuo a vederlo.

A questo punto ho limitato la mia attenzione alle sole ipotesi [1] e [2] e le ho prese in esame attentamente.

L'ipotesi [1] in realtà non mi convince molto. Il punto è che, se veramente il foglio di carta velina viene inserito nel calzino per dimostrare che sia nuovo, perchè allora viene inserito in uno ed un solo calzino? E l'altro calzino? E' di sesta mano?  Anzi, di settimo piede? Eh eh eh, non mi spiega questo dettaglio, non credete? E poi, scusate, se io vado a comprare un paio di calzini nuovi, in teoria ci dovrebbero essere altri metodi più efficienti per valutare il fatto che siano nuovi (il fatto che non puzzino, che non siano logori, eccetera)... Mah...

L'ipotesi [2] la trovo decisamente più convincente anche se troppo troppo generica. Il calzino è membro di una gerarchia misteriosa che sfugge alla nostra comprensione e per questo si distingue con un foglio di carta velina nascosto al suo interno. Una sorta di loggia massonica dei calzini? O forse ogni coppia di calzini è formata da un calzino "maior" (quello con la carta velina, con compiti, funzioni ed obiettivi che sfuggono alla comprensione umana) ed un calzino "minor" (quello senza carta velina). Certo, ripensandoci pure la [2], insomma, è un pò azzardata, no?

Mah...
[...]
Perchè, perchè, perchè?...
[...]

Ahia... Me sa che è la [4]...

la digestione

krksmllTorno dalla mensa - farfalle stracchino e zucchine - e apro un pagina di Wikipedia in modo quasi automatico:

"La digestione è quel processo chimico, meccanico e fisiologico mediante il quale un organismo eterotrofo trasforma il cibo ingerito in sostanze strutturalmente più semplici e più facilmente assimilabili."

Non mi sono mai sentito cosi eterotrofo come ora. Fisso il monitor, rivolgo con sospetto uno sguardo al mio stomaco eterotrofo infagottato e nascosto da [1] una maglietta di lana [2] una camicia di cotone [3] un maglione di lana.
Ritorno al monitor e continuo a leggere:

"Può essere intracellulare, se avviene in vacuoli interni ad una cellula, oppure extracellulare se avviene in una cavità digerente o all'esterno del corpo."

Ci penso appena due minuti. Nel mio caso non può che essere extracellulare, mi dico. Mi piacerebbe tanto avere la stessa digestione del Capitano Kirk di Star Trek, ma sì, non può che essere extracellulare. Sorrido rassicurato. Burp!

Rileggo da capo tutto quanto, "...trasforma il cibo ingerito in sostanze strutturalmente più semplici e più facilmente assimilabili"... No, c'è qualcosa che non mi torna. Del resto è scritto in qualsiasi sussidiario... Ma se noi siamo ciò che mangiamo, allora io sono "strutturalmente più semplice" di una forchettata di farfalle? Sono "più facilmente assimilabile" di un  intingolo stracchino e zucchine?... Mi ritornano in mente all'improvviso alcune immagini del film che ho intravisto ieri sera in televisione, "Anaconda - Alla ricerca dell'orchidea maledetta"... Pesce grande mangia pesce piccolo, si dice così no?... Glom... Mi sento improvvisamente indistinguibile da un cartoccio di pastura da dare in pasto a qualche mostro marino dall'appettito baldanzoso... Uff... Mi telefona il mio capo: dice che sta scendendo per parlarmi di cose di lavoro...
Ritorno in me, mi ricompongo - giusto un'occhiata fugace, si lo stomaco sta li infagottato che cova come brace - e deglutisco come per dire "Amen"...
Domani mi porto solo un pò di frutta da casa. Ho deciso.