venerdì 2 aprile 2010

il congiuntivo

leopardiSempre caro mi fosse quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo escluda.
Ma sedessi e mirassi, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi finga; ove per poco
il cor non si spaurisca. E come il vento
odo stormisca tra queste piante, io quel
congiuntivo silenzio a questa voce
andassi comparassi: e mi sovvenga l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annegasse il pensier mio:
e il naufragasse mi sia dolce in questo mare.

(Giacomisca Leopardissi)

courtesy of K. E. O.

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