Qual'è il vostro lavoro ideale?
Sicuramente chi si è laureato in medicina risponderà "il chirurgo" oppure "il gastroenterologo" o, ancora, "il podologo".
Chi si è diplomato all'istituto alberghiero nutrirà ambizioni diverse e coerenti con la propria formazione, e quindi probabilmente risponderà "lo chèf di cucina", "il maître d'hôtel", "il capo barman". E così via...
Ma perchè non generalizzare il discorso?
Perchè continuare ad ispirare le proprie ambizioni in modo tanto deterministico ed automatizzato?
Come se tutto fosse già stato deciso dal diploma o dal certificato di laurea che vi ritrovate in un cassetto o appeso su qualche parete.
Basterebbe "rilassare" la condizione troppo stringente in base alla quale, se si sono frequentati k iter scolastici (con k ≥ 1) allora il lavoro ideale non può che essere quello che consente di mettere in pratica quanto appreso nel k-mo (ed ultimo in senso cronologico) iter scolastico.
Si richieda, quindi, al proprio lavoro ideale di poter mettere in pratica quanto appreso in uno qualsiasi dei k iter scolastici che si sono frequentati, sia esso il j-mo (con 1 ≤ j ≤ k).
Alle medie vi piacevano gli Etruschi? E allora cominciate a sognare di diventare etruscologi di fama mondiale e tentate la fortuna a Tarquinia!
In primina eravate bravi a disegnare sul quaderno sequenze di fragoline colorate? Ma allora affrettatevi a concupire una posizione lavorativa da illustratore di natura morta con specializzazione in "fragolinitudine".
Io, personalmente, sono ancora indeciso se aspirare a diventare un apprezzato mastro temperatore di matite oppure un pluridecorato campione olimpico di lancio del cancellino.
Sicuramente chi si è laureato in medicina risponderà "il chirurgo" oppure "il gastroenterologo" o, ancora, "il podologo".
Chi si è diplomato all'istituto alberghiero nutrirà ambizioni diverse e coerenti con la propria formazione, e quindi probabilmente risponderà "lo chèf di cucina", "il maître d'hôtel", "il capo barman". E così via...
Ma perchè non generalizzare il discorso?
Perchè continuare ad ispirare le proprie ambizioni in modo tanto deterministico ed automatizzato?
Come se tutto fosse già stato deciso dal diploma o dal certificato di laurea che vi ritrovate in un cassetto o appeso su qualche parete.
Basterebbe "rilassare" la condizione troppo stringente in base alla quale, se si sono frequentati k iter scolastici (con k ≥ 1) allora il lavoro ideale non può che essere quello che consente di mettere in pratica quanto appreso nel k-mo (ed ultimo in senso cronologico) iter scolastico.
Si richieda, quindi, al proprio lavoro ideale di poter mettere in pratica quanto appreso in uno qualsiasi dei k iter scolastici che si sono frequentati, sia esso il j-mo (con 1 ≤ j ≤ k).
Alle medie vi piacevano gli Etruschi? E allora cominciate a sognare di diventare etruscologi di fama mondiale e tentate la fortuna a Tarquinia!
In primina eravate bravi a disegnare sul quaderno sequenze di fragoline colorate? Ma allora affrettatevi a concupire una posizione lavorativa da illustratore di natura morta con specializzazione in "fragolinitudine".
Io, personalmente, sono ancora indeciso se aspirare a diventare un apprezzato mastro temperatore di matite oppure un pluridecorato campione olimpico di lancio del cancellino.