lunedì 22 settembre 2008

sasso e morde - seconda puntata

noirIndagini fontane sia fasciarono ala sua menta, di sè, piero di cappelli nei e ricchi, milagro e none don la panchetta chiome a desto a fioco giù di quaranta ani. Tetta polpa di bell’alimentazione ala meridiana: piedini di giorno, piedini di spera. Guado rientrava accasa tordi, appariva il frego riff ero e tciù, bello che provava, mangrovia. Fosse eva banche polpa di quei ridens armenti don Manica, se l’aveste spostata, in tondo l’arava, e in fece, al memento ri fumava addì rottura la connivenza... Mah, brina o buoi, Manica lavorerebbe bollato, lei volava luna fanghiglia... Ma orca bastonava pesare a Madia, don tosse alto che per rutti i biglietti don le polluzioni matte natiche che neri cinque ani li avena passito. Avvolte le sveva chiostro:

- "Madia, perdi un prodi tempio e sfregami quieti esseri egizi..."

Madia riponeva sempre in maniero verace e di stangata:

- "Alter, io non li sto sfregare, io li sto risolvere e bestia. Io fascio l’essere egizio in maniero maccanico, o moglie, chiome se qualche unno me lo gettasse. Pluto oste tu, che sgridi tanto pene, potessi inseminarmi a tendere un divario, sarebbe pere me un ammicco, ma non sommai chiome indiziare esse ci provolo, poi, mi “ingorgo” sabato."

Ma Alter don ci avena mai ne banche pravato, le avena scolo sorge ritto di eleggere motto.

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